Il miglioramento sismico per gli edifici in muratura

Gli interventi di miglioramento sismico che vengono effettuati sugli edifici pericolanti sono diventati una necessità per il patrimonio edilizio italiano. Questo è costituito in gran parte da edifici in muratura per i quali è fondamentale ripristinare le piene funzionalità.

Il termine “miglioramento” si riferisce ad una serie di opere relative a singoli elementi, con l’obiettivo di fornire maggiore sicurezza senza modificare in maniera sostanziale il comportamento globale.

Il punto di partenza è sempre un’accurata analisi, mettendo a fuoco l’identità strutturale dello stabile per effettuare una previsione per il comportamento futuro. Questo procedimento prevede anche la comprensione del cosiddetto “comportamento passato”, ovvero quello relativo ai danni, quindi alle manifestazioni di avvenimenti precedenti.

Lo scopo di questa valutazione è quello di individuare i punti critici, anche definiti vulnerabilità, della struttura sulla quale si ha intenzione di intervenire.

Come si procede all’adeguamento sismico degli edifici in muratura

Una volta classificata la vulnerabilità dell’edificio in muratura come tipica (legata alla sua configurazione) oppure specifica (esclusiva) si può valutare il procedimento da svolgere per adeguare lo stabile.

Come già accennato, il progettista deve prima di tutto studiare a fondo le caratteristiche della struttura portante al fine di individuare i possibili meccanismi di danno e di collasso che potrebbero prendere vita in caso di sisma. Lo studio ruota attorno a tre fattori: i materiali, la geometria e il quadro fessurativo e deformativo.

Per quanto riguarda i materiali, un aspetto da prendere in considerazione è la qualità, la quale influenza la capacità delle murature di resistere ad oscillazioni del terreno. In caso questa tipologia di analisi dovesse dare come risultato l’incapacità della muratura di svolgere questa funzione antisismica, allora bisognerà procedere ripristinando le sue proprietà meccaniche. Questo avviene tramite iniezioni di miscele di malte specifiche.

Il secondo punto intorno al quale ruota questo esame riguarda i cosiddetti dettagli costruttivi, e in particolare il collegamento tra pareti verticali, la deformabilità e l’orditura degli orizzontamenti, il collegamento tra solai e murature portanti, presenza di coperture spingenti e l’analisi degli architravi.

Valutando tutti questi elementi, l’esperto sarà in grado di comprendere se l’edificio è in grado di sviluppare un comportamento d’insieme. Questo significa che, ad esempio, se le pareti non risultano ammorsate, è molto probabile che in caso di sisma ciascuna reagirà in modo indipendente, provocando conseguenze più o meno gravi.

Lo studio del quadro fessurativo, ultimo oggetto dell’analisi del progettista, è prima di tutto grafico. Concentrarsi sulle deformazioni e le fessurazioni emerse dall’analisi dei parametri murari e dei dettagli costruttivi aiuta ad avere una visione ben precisa dello stato di conservazione della struttura e di individuare facilmente i meccanismi di danno. L’esperto procederà poi con un’ulteriore classificazione, differenziando i meccanismi di primo modo da quelli di secondo. Nel primo caso il collasso è causato dalla perdita di equilibrio delle strutture, tipico degli edifici dotati di assenza o scarsità di collegamenti tra pareti ed orizzontamenti. La seconda tipologia, invece, riguarda una rottura conseguente al superamento della resistenza del materiale.

Attraverso interventi specifici in grado di impedire i meccanismi “fuori piano” delle pareti si può giungere ad un miglioramento del fabbricato. Le misure sono solitamente poco invasive ed accessibili economicamente.

L’intervento di rinforzo degli edifici in muratura

Questa tipologia di azione che si può adottare per rafforzare le murature non è sufficiente a ripristinare l’integrità strutturale dello stabile, ma è molto utile per risanare e migliorare le proprietà meccaniche. Esistono diverse sotto-categorie di interventi, spesso anche molto diversi l’uno dall’altro, e ciascuno specifico per determinate situazioni.

L’intervento scuci e cuci è ideato per il ripristino della continuità muraria seguendo le linee di fessurazione e per il risanamento di muratura deteriorata. Risulta adeguato anche per chiudere nicchie, canne fumarie e ridurre vuoti. L’esecuzione prevede il puntellamento della parete, la rimozione di ciò che è danneggiato e la ricucitura.

Un’altra modalità di rinforzo degli edifici in muratura è l’iniezione di miscele leganti. Prevede una prima stuccatura delle fessure, utile per evitare la fuoriuscita della sostanza, il perforamento nei giunti di malta e infine l’iniezione. Lo scopo principale è quello di migliorare le proprietà meccaniche della muratura.

Un’alternativa, in caso di murature molto danneggiate e incoerenti, è quella di prendere in considerazione la tecnica del placcaggio. Si tratta di un’operazione che risulta efficace solo quando l’intonaco armato viene realizzato su entrambi i paramenti. Dopo aver perforato la muratura e posizionato la rete metallica, si procede con il getto della lastra.

Uno degli interventi più conosciuti ed utilizzati è sicuramente l’incatenamento. Questo sistema garantisce un rinforzo applicabile a muri di tutti i tipi, compresi quelli particolarmente antichi. In pratica, il rinforzo avviene tramite catene e tiranti, il cui obiettivo è quello di ricostruire un comportamento scatolare. Esistono diverse tipologie di incatenamento, tra cui l’inserimento di tiranti metallici, le perforazioni armate, i cordoli in sommità alla muratura, oppure gli interventi sulle strutture ad arco o a volta.

Per ridurre l’eccessiva deformabilità dei solai, invece, è possibile procedere con il loro irrigidimento. Le tecniche, anche in questa situazione, sono molteplici e si differenziano per i singoli casi. Lo svolgimento avviene operando all’estradosso sul tavolato, solitamente fissando un secondo tavolato su quello già presente. Molto diffuso è anche l’utilizzo di rinforzi con bandelle metalliche, oppure quello con soletta collaborante in calcestruzzo alleggerito.

Infine, per il consolidamento e l’adeguamento sismico, si può modificare la distribuzione degli elementi verticali resistenti, ad esempio con l’inserimento di pareti. Questo processo ha l’obiettivo di limitare le problematiche che derivano da questioni di irregolarità planimetriche o altimetriche, oltre che ad aumentare la resistenza ad oscillazioni sismiche.

È possibile richiedere il Sismabonus per questi interventi?

Sì, gli incentivi fiscali previsti dal Sismabonus si applicano ad interventi volti al ripristino delle piene funzionalità delle strutture e il miglioramento delle stesse (clicca qui per vedere tutti gli articoli e le guide che abbiamo scritto per perfezionare la tua casa, dalle fondamenta all’arredamento).

Il Sismabonus è l’agevolazione per gli interventi indicati per l’adozione di misure antisismiche. Si tratta di una detrazione Irpef o Ires riconosciuta a coloro che effettuano questa determinata tipologia di lavori. Gli incentivi sono rivolti agli edifici che si trovano nelle zone sismiche definite ad alta pericolosità, ovvero le zone 1 e 2, ma anche alla 3.

In pratica, la detrazione si calcola a partire da un ammontare di 96.000 € per unità immobiliare. Inoltre, deve essere ripartita in cinque quote di pari importo (annuali). Sono ammesse le spese per la classificazione e la verifica sismica.

L’agevolazione è al 50%, ma, in determinati casi, si può avere accesso ad una quota maggiore:

  • quando gli interventi portano il passaggio ad una classe di rischio inferiore rispetto a quella di partenza, la detrazione relativa è del 70%, 75% se la riduzione sismica riguarda settori comuni di edifici condominiali;
  • nel caso di passaggio a due classi di rischio inferiori si arriva fino all’80%, con una quota dell’85% se gli interventi sono svolti nelle zone comuni dei condomini.

Il Sismabonus 110% è stato prorogato fino al 2024. Si tratta di un Super Sismabonus, il quale, se sono rispettate tutte le condizioni necessarie per avere accesso alla versione ordinaria, viene applicato automaticamente.

In generale, sono ammessi al Sismabonus (anche versione Super) tutti gli interventi antisismici, sia locali che globali.

Per quanto riguarda gli interventi locali che fanno parte del Sismabonus, i più diffusi sono quelli improntati a migliorare le connessioni di pareti e solai. Tra le tecniche è possibile rintracciare l’inserimento di tiranti a livello dei solai, utile per ridurre le carenze dei collegamenti. Si tratta di un’operazione semplice e poco invasiva, oltre che facilmente adattabile ad ogni specifico contesto.

Inoltre, con la tecnica scuci e cuci, è possibile intervenire nei casi di sovrapposizioni edificatorie non regolarmente collegate, quindi quando le pareti non sono connesse correttamente.

Gli interventi globali, invece, presuppongono delle tempistiche più lunghe e un costo più sostanzioso, ma permettono di andare incontro anche a questioni estetiche. Questa tipologia di operazione entra in gioco quando viene consigliato di estendere i processi all’intera totalità delle strutture portanti. Dopo questi interventi sarà possibile andare a migliorare i serramenti, scegliere le giuste inferriate e capire dove installare i sistemi di sicurezza e molto altro ancora.

Il motivo è tecnico, in quanto, in alcuni casi, un intervento di tipo locale potrebbe creare una sorta di disomogeneità nella risposta dell’edificio in caso di sisma. Una delle tecniche di intervento a livello globale più diffuse è quella dell’impiego dell’intonaco armato, la quale può essere sfruttata anche sulle superfici già intonacate rimuovendo lo strato esistente. Consiste nel ricreare questa parte della struttura con una rete, normalmente in fibra o in vetro.

L’alternativa più comune è quella di impiegare le iniezioni con coli di malta e calce all’interno della muratura.

In questo modo si riempiono i vuoti presenti all’interno dei muri. È sempre importante verificare che la tipologia di intervento porti ai risultati sperati, per questo motivo si può pensare di testare la sua efficacia su una porzione ridotta di superficie prima di estenderla all’intera struttura.