Come riconoscere le diverse varietà di tartufo: tutto ciò che c’è da sapere al riguardo

Quando si parla di cucina italiana, non si può fare a meno di pensare che si tratti di uno degli approcci culinari più conosciuti, imitati ed apprezzati in tutto il mondo. La cucina nostrana, del resto, si rivela particolarmente eclettica e variegata, soprattutto grazie all’utilizzo ingegnoso che fa dell’ampio ventaglio di ingredienti locali offerti dal territorio stesso. I piatti della nostra tradizione gastronomica risultano, dunque, essere deliziosi ed estremamente distintivi. Di sicuro, uno degli ingredienti che caratterizza meglio la natura istrionica della nostra gastronomia è il tartufo, senza dubbio tra i più pregiati e unici a disposizione di chef, buone forchette e cuochi appassionati.

Il tartufo è conosciuto soprattutto tra gli amanti della buona cucina e dei sapori ricchi per la fragranza intensa che lo contraddistingue, oltre al suo inconfondibile sapore terroso. Insomma, il tartufo sa coccolare il palato di chi ha modo di gustarlo con consapevolezza, rappresentando una vera delizia adoperata per arricchire innumerevoli piatti, tra tradizione e innovazione, della nostra preziosa arte culinaria. Soprattutto per i meno avvezzi, però, il paradigma dei tartufi sa essere di difficile comprensione, esistendo diverse tipologie di questo iconico e prelibato fungo.

Per questa ragione, soprattutto i novelli cuochi possono avere difficoltà nel comprendere quale sia il tartufo migliore per impreziosire il proprio piatto. In Italia, del resto, è possibile trovare diverse varietà di tartufo, tra cui quella abruzzese, particolarmente apprezzata non soltanto nella regione in cui viene colta e per la quale vi segnaliamo la pagina di Tartufi La Spora per un approfondimento dettagliato sulle tipologie di tartufo abruzzese. In quanto a noi, invece, nelle prossime righe andremo ad esplorare le diverse tipologie di tartufo più conosciute, fornendovi delle informazioni di base su di esse per poter, quantomeno, sceglierli con cognizione di causa per le vostre pietanze, visto che i tartufi vanno trattati con una certa consapevolezza, vista la difficile reperibilità degli stessi in natura.

Tartufo bianco pregiato

Iniziamo con la varietà di tartufo più pregiata e costosa. Il tartufo bianco si caratterizza per la sua polpa biancastra e per la presenza di una pelle esterna di colore marrone chiaro. Inoltre, il tartufo bianco è ben noto ai più per il suo aroma molto forte e pungente. Si tratta, tra l’altro, di un tratto distintivo di un tartufo fresco. Molto spesso, questa varietà di tartufo viene utilizzata a crudo per il condimento di piatti di vario genere, soprattutto per quanto concerne la pasta fresca, ma anche in abbinamento ad un carpaccio di carne, dato il suo sapore – come detto – intenso e persistente.

Tartufo nero pregiato

Continuiamo la nostra classifica con la varietà, forse, più conosciuta e anche più diffusa nel nostro Paese. Stiamo, chiaramente, facendo riferimento al tartufo nero che, questa volta, si caratterizza per la presenza di una polpa nera e di una pelle esterna marrone scuro. Rispetto al tartufo bianco, ha un sapore meno intenso. Ciò nonostante, è altrettanto apprezzato, soprattutto per la sua fragranza terrosa e per il suo sapore fresco. Il tartufo nero viene impiegato in una moltitudine di ricette, specie quando si condiscono uova, carne o pasta.

Tartufo estivo o scorzone

Andiamo avanti con una varietà meno costosa e meno pregiata di tartufo. Rispetto a quello bianco e a quello nero, infatti, il tartufo estivo è reperibile a prezzi più accessibili. Questa particolare varietà di tartufo viene raccolta durante l’estate. È ben noto alla pletora di appassionati e addetti ai lavori per il suo sapore più delicato, venendo preferito – dunque – da chi non ama i sapori troppo decisi e non riesce ad apprezzarli neanche su ingredienti di pregio come i tartufi stessi. Molto spesso, si trova tra i condimenti di insalate e altri piatti estivi.

Tartufo bianchetto

Troviamo, infine, una varietà di tartufo bianco dal prezzo più accessibile rispetto alla versione più conosciuta e di dimensioni anche più piccole rispetto a quest’ultima. Il tartufo bianchetto ha – come suggerisce il nome stesso – una polpa bianca e, a sua volta, una pelle esterna marrone chiaro. Il suo sapore è meno intenso rispetto a quello del tartufo bianco, pur rimanendo un ingrediente molto apprezzato, soprattutto per il suo aroma e per la consistenza che, a differenza dello scorzone, si rivela particolarmente morbida. Il tartufo bianchetto viene, generalmente, utilizzato per il condimento di piatti di pasta e in abbinamento a varie tipologia di risotti. possiamo affermare, in generale, che i tartufi vengano apprezzati per impreziosire piatti già esistenti o per diventare i protagonisti di interessanti rivisitazioni.