Congedo di maternità 2019, come funziona e quali sono le novità

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Le novità sul congedo di maternità 2019 in Legge di Bilancio, approvate con il maxi-emendamento, sono molto interessanti. Come risaputo, il congedo di maternità consiste in un periodo di astensione dal lavoro obbligatoria e riconosciuta dalla legge alle donne durante la gravidanza e subito dopo il parto. Le ultime novità sul congedo di maternità suggeriscono che la donna potrebbe decidere di lavorare fino al nono mese di gravidanza ed usufruire dei cinque mesi di congedo obbligatorio dopo il parto, in alternativa ai classici due mesi prima della data stimata del parto e tre mesi dopo il parto stesso. Quindi la maggiore novità sul tema del congedo di maternità per il 2019 consiste nella possibilità per le donne di restare al lavoro fino al nono mese di gravidanza, quindi l’ultimo, e fruire interamente dei permessi nel momento successivo il parto.

Come funziona il congedo di maternità

Il congedo di maternità è, abbiamo detto, un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per le neo-mamme. Oggi come oggi, il congedo di maternità viene riconosciuto per un totale di cinque mesi, due prima della data stimata del parto e tre dopo che la donna ha partorito, ma può essere esteso dalla Direzione Territoriale del Lavoro se le mansioni non sono compatibili con la maternità.

Il nuovo congedo di maternità 2019 ha la novità di permettere alla donna non solo di usufruire dei due mesi di astensione prima del parto ma anche dei tre mesi successivi dopo la data del parto.

Quindi la donna, nel 2019, può usufruire di:

  • tre mesi di congedo di maternità dopo il parto
  • tre mesi più i giorni non goduti se il parto è anticipato rispetto alla data presunta
  • due mesi di congedo prima della data stimata del parto e tre mesi successivi, come visto sopra
  • dal 2019, sulla base della nuova disciplina del congedo di maternità, è possibile anche lavorare fino al nono mese di gravidanza e fruire dopo il parto dei cinque mesi di astensione obbligatoria.

La domanda per il congedo di maternità va presentata almeno due mesi prima della data prevista del parto e non oltre un anno, o si perde il diritto al congedo. Bisogna trasmette all’INPS per mezzo del medico del SSN o convenzionato il certificato medico di gravidanza e cominciare obbligatoriamente entro 30 giorni dal parto la data di nascita del figlio e le generalità.

Quanto spetta alla neo-mamma?

Il congedo di maternità è un periodo di astensione dal lavoro retribuito in parte. Alla neo mamma lavoratrice dipendente spetta un’indennità dell’80% della retribuzione media globale giornaliera calcolata sull’ultimo mese di lavoro prima dell’inizio del congedo per la maternità.

Alle neo-mamme iscritte alla Gestione Separata, se il reddito deriva dall’attività di libera professionista o collaborazione coordinata continuativa para-subordinata, l’indennità è dell’80% di 1/365 del reddito.

A pagare il congedo di maternità è direttamente il datore di lavoro in busta paga o l’INPS a seconda della situazione (a seconda del tipo di lavoro effettuato dalla madre).