Protesi dell’anca, intervento e riabilitazione   

Il problema dell’artrite del femore può causare intensi dolori al paziente, che può addirittura perdere la possibilità di camminare. In casi così gravi, per cercare di mantenere la mobilità del paziente viene spesso consigliato di poter procedere ad un intervento chirurgico, per poter recuperare la capacità di movimento e per ridurre i sintomi.

Le cause di questi problemi sono spesso ricondotte all’infiammazione cronica dell’articolazione (artrite) che causa un dolore estremamente intenso, oppure da un trauma all’articolazione dell’anca. Inutile dire che questa patologia ha un influsso grave sulla vita del paziente, che può avere grandi difficoltà a camminare.

L’intervento in questione consiste nella protesi dell’anca, che viene generalmente effettuato in persone anziane, fra i 60 e gli 80 anni. Le protesi oggi durano per circa 15 anni e garantiscono nella maggior parte dei casi una diminuzione del dolore, ed un miglioramento del movimento. Ovviamente si tratta di un intervento chirurgico a tutti gli effetti e la decisone di intraprenderlo o meno spetta al paziente, tuttavia vogliamo illustrarvi la tecnica della protesi dell’anca, in cosa consiste, quali sono i vantaggi e gli eventuali rischi di questo intervento chirurgico, del quale di recente ha parlato dalle pagine del suo sito Il Dott. Vinicio Perrone, probabilmente il miglior ortopedico di Roma.

Vediamo quindi in che cosa consiste la protesi dell’anca e come può aiutare a recuperare la mobilità e una autosufficienza.

Cos’è l’intervento della protesi dell’anca

Durante l’intervento, viene praticata una incisione all’altezza dell’anca, si rimuove la testa del femore per inserire una protesi di metallo di alta qualità, e la cavità viene sostituita da un guscio di metallo rivestito di plastica chirurgica.

Può anche essere necessario, in alcuni casi, cementifere la protesi all’osso, laddove l’osso non ricresca spontaneamente. Esistono diverse tecniche per eseguire la protesi dell’anca, una che provvede alla rimozione totale del femore, una che invece permette un’incisione più piccola dalla fronte dell’anca.

Dopo l’intervento si possono subire delle limitazioni della mobilità (incrociare le gambe, piegare l’anca, sedersi) per un certo lasso di tempo. La degenza in ospedale in genere dura solo pochi giorni, poi si torna a casa e si devono seguire con attenzione le indicazioni dell’ortopedico su cosa fare e non fare per lasciare che la protesi dell’anca attecchisca al meglio.

I rischi della protesi dell’anca

L’intervento della protesi dell’anca è importante ed abbastanza invasivo ma comunque è un intervento di routine, ed è considerato molto sicuro. Eventuali rischi e complicazioni possono essere connessi all’anestesia, e possono essere infarto, polmonite, ictus, formazione di trombi. Seguire le indicazioni del medico e svolgere tutti gli esami necessari prima della protesi dell’anca permette di ridurre alcuni dei rischi connessi in generale agli interventi chirurgici. In casi rari, possono anche verificarsi delle complicazioni che riguardano specificamente la protesi dell’anca, ad esempio la protesi può staccarsi dall’osso, la parte sferica potrebbe dislocarsi e fuoriuscire dall’incavo. Potrebbe verificarsi una leggera differenza di lunghezza fra le gambe o l’anca con protesi potrebbe restare troppo rigida rispetto ad un’anca naturale. In pochi casi l’intervento di protesi dell’anca fa peggiorare il dolore rispetto allo stato precedente o si può avere una grande reazione allergica al cemento usato durante l’intervento. Chiarire tutti questi aspetti con il chirurgo prima dell’intervento permette di dare un consenso consapevole e pieno all’intervento di protesi dell’anca e di viverlo serenamente.

Le possibili alternative alla protesi dell’anca

L’intervento della protesi dell’anca è molto importante e viene considerato solamente se altri trattamenti non sono utili. Alternative all’operazione possono essere l’uso di farmaci anti infiammatori, oppure iniezioni di steroidi, cortisone, o una dieta adeguata che può favorire la perdita di peso nei pazienti obesi.