Come far dormire un neonato

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Per fare dormire un neonato e garantirgli un riposo ottimale, è necessario prima di tutto prepararlo al sonno: ciò vuol dire che occorre predisporre una sorta di routine della buonanotte. Un esempio può essere quello di cambiargli i vestitini, fargli indossare il pigiama, occuparsi della sua igiene orale e cantargli una ninna nanna: azioni che, ripetute in sequenza di giorno in giorno, contribuiscono a dare vita a un vero e proprio rituale, in modo tale che il piccolo con il passare del tempo capisca che è arrivato il momento del sonno.

Ovviamente, tale routine può essere messa a punto sia la sera che dopo pranzo, per il riposino pomeridiano: ciò che conta è che i due rituali siano differenti, così che il neonato impari a distinguere tra il sonno notturno, che deve essere più lungo, e il sonno diurno, che deve essere più corto.

A differenza di quel che si può pensare, più un neonato è stanco e più farà fatica a prendere sonno: anzi si può affermare con la certezza di non venire smentiti che proprio una stanchezza eccessiva costituisce la ragione principale per la quale un bambino non riesce ad addormentarsi. Nel momento in cui ha sonno, il piccolo tende a diventare eccitato e iperattivo, o – nel peggiore dei casi – capriccioso: proprio per questa ragione è importante cercare di metterlo a dormire nel più breve tempo possibile. Se così non avviene, il bambino torna a essere attivo, e a quel punto per farlo riaddormentare ci vorrà un sacco di tempo.

Ciò implica che sia molto importante imparare a riconoscere i segni di stanchezza che un neonato può manifestare: così, si può essere certi di ricreare le condizioni più indicate per conciliare il sonno. Un neonato è stanco quando stira il corpo, ma anche quando si tira le orecchie, quando si strofina gli occhi, quando piagnucola di frequente, quando dimostra una notevole irritabilità e quando tiene lo sguardo fisso in direzione del vuoto.

Una delle credenze più diffuse tra chi è diventato da poco genitore è che un neonato non debba mai essere fatto dormire nel lettone di mamma e papà: ebbene, si tratta di una leggenda che deve essere smentita, come dimostra il fatto che a questa pratica è stato attribuito un nome ben preciso – si parla, infatti, di co-sleeping – e che per essa sono previsti degli accorgimenti particolari, come culle da mettere al centro del lettone o lettini dotati solo di tre sponde da unire a un lato del letto. Il vantaggio del co sleeping è quello di permettere ai genitori di tenere il figlio sempre sotto controllo: la prossimità è benefica anche dal punto di vista dell’allattamento, mentre il bambino sentendo l’odore della madre si sente rassicurato e si addormenta con più facilità.

Per avere la sicurezza che il neonato dorma bene e prenda sonno con facilità, è opportuno agire in modo che la sua giornata sia scandita sulla base di ritmi regolari. A tal proposito, le mamme dovrebbero iniziare, sin dai primi giorni di vita del proprio piccolo, a segnarsi gli orari in cui ha fame e quelli in cui prende sonno. Nel giro di breve tempo, il ritmo sonno veglia dovrebbe cominciare a diventare ripetitivo, magari con un piccolo riposo tra una sessione di allattamento e l’altra.

Dopo che gli orari sono stati identificati con attenzione, il neonato deve essere messo nelle condizioni di poterli seguire: così il suo orologio biologico potrà essere definito, e lui prenderà sonno senza problemi. La flessibilità è, ovviamente, una dote importante da questo punto di vista: ciò che conta è che il piccolo dorma ogni giorno lo stesso numero di volte.