Hosting condiviso e VPS a confronto: quale scegliere e perchè

vps

Quali sono le differenze tra un server privato virtuale ed un cloud hosting?

Se si vuole fare una breve valutazione tra i servizi di rete disponibili per allocare  le proprie pagine web su in server è bene chiarire a priori le differenze nette tra hosting condiviso e VPS.

Il VPS hosting è un server privato virtuale, messo a disposizione dell’utente da un internet service provider. Esso è in grado di replicare esattamente tutte le funzionalità e le capacità di un server reale o fisico. A differenza di un server dedicato, però, le risorse vengono condivise con altri utenti, seppur assegnate in maniera esclusiva a ciascuno, secondo le proprie esigenze e quanto stabilito con il provider in fase di contrattualizzazione.

Le VPS prevedono l’utilizzo del sistema operativo favorito, la possibilità di installare qualsiasi software e configurare le impostazioni a proprio piacimento senza necessariamente chiedere l’intervento da parte del provider.

Gli utenti che prediligono questa tipologia di server possono usufruire delle elevate prestazioni di un server fisico fruttando, allo stesso tempo, anche i vantaggi di quelli virtuali. Ciascuna VPS prevede un indirizzo IP, nome utente e credenziali di accesso individuali così come CPU, RAM e storage oltre al vantaggio di operare in un ambiente di lavoro separato da tutti gli altri utenti. La quantificazione delle risorse riservate a ciascuno dipende da ciò che è stato stabilito con il proprio provider service in fase di attivazione.

L’hosting condiviso, lo dice la parola stessa, è un hardware di proprietà di un provider, nel quale si appoggiano centinaia di utenti. Ciò significa che, nello stesso dispositivo vengono ospitati diversi siti o pagine web. In questo caso le potenzialità della macchina sono condivise tra più utenti, con alcuni rischi, sia intermini di disponibilità che di sicurezza.

Dal punto di vista della disponibilità è evidente come, la condivisione delle risorse possa comportarne l’esaurimento o il graduale deterioramento a causa di forti picchi di traffico relativi ad un unico sito. In parole povere: se uno dei siti ospitati nel server sviluppa un traffico eccessivo potrebbe saturare la capacità di risposta del server a discapito degli altri utenti.

In termini di sicurezza il rischio consiste nell’eventualità che un difetto di programmazione di un sito provochi dei malfunzionamenti generali. Inoltre la percentuale di rischio che i propri dati siano violati o vengano compromessi è nettamente superiore rispetto ad una VPS, questo sempre a causa degli altri siti ospitati nella stessa macchina.

Gli hosting provider seri, per evitare che ciò avvenga, fissano dei limiti di spazio e fisico e banda, sulla base delle reali risorse del server. Di contro vi sono gli hosting provider furbi che pongono limiti più elevati rispetto le reali capacità del server, basandosi sul fatto che non tutti i siti sfruttano le risorse a loro teoricamente riservata  o peggio ancora, non determinano alcun tipo di soglia. Fanno questo perché, ovviamente, più siti riescono ad allocare nei loro hosting più i guadagni aumentano. Considerate le sue peculiarità, ovviamente, questo tipo di soluzione comporta una spesa nettamente inferiore rispetto ad una VPS o peggio ancora ad un server dedicato e per questo, ne fa la formula più frequentemente utilizzata ad oggi.