Usare Proscar per la caduta dei capelli è veramente efficace? La risposta di uno dei chirurghi più famosi nel campo del trapianto di capelli

Nonostante il farmaco sia prescritto per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna, grazie al contenuto di finasteride, Proscar agisce alla base del meccanismo che porta alla caduta dei capelli.

La caduta dei capelli, la comune calvizie, è una condizione fisiologica di cui soffre una percentuale alta della popolazione, sia maschile che femminile.

Negli uomini il diradamento si evidenzia soprattutto nelle zone fronto-temporale e nel vertice mentre nelle donne l’assenza di capelli è più distribuita su tutto il cuoio capelluto.

Una delle terapie più consigliate per questo tipo di condizione si basa sulla finasteride.

Questo principio attivo, approvato ufficialmente dalla FDA americana per curare i sintomi dell’alopecia androgenetica, si trova in diversi medicinali, tra cui anche Proscar.

In modo particolare, ciascuna capsula di Proscar contiene al suo interno 5mg di principio attivo.

A livello ufficiale, il farmaco è solamente approvato per la cura di una patologia particolare, l’ipertrofia prostatica benigna, o IPB. Il suo utilizzo permette di ridurre le dimensioni della prostata troppo ingrossata, facilitando il flusso urinario ed evitando la necessità di intervenire chirurgicamente.

Ultimamente tuttavia Proscar è spesso indicato per il trattamento dell’alopecia androgenetica.

Secondo il Dott. Emrah Cinik, chirurgo e direttore della clinica Hair Hospital di Istanbul, l’uso di finasteride è sicuramente un primo passo per curare il diradamento dei capelli.

Infatti, la presenza di finasteride all’interno del medicinale contente di inibire l’enzima 5-alfa-reduttasi dal trasformare il testosterone contenuto nei follicoli piliferi in diidrotestosterone.

Quest’ultimo, noto nel mondo scientifico anche con l’acronimo DHT, concorre alla caduta dei capelli in quanto si lega ai ricettori androgeni presenti nel cuoio capelluto e li porta ad una progressiva miniaturizzazione.

Di conseguenza, l’assunzione di finasteride agisce alla base del processo che porta alla caduta dei capelli.

I risultati che si ottengono con l’uso di Proscar e finasteride non sono uguali in tutti i pazienti ma sicuramente consentono di rallentare o anche fermare il processo di caduta di capelli. In alcuni casi, dopo qualche mese, è anche possibile osservare una ricrescita dei capelli.

Proscar può essere utilizzato sia dagli uomini che dalle donne che soffrono di alopecia androgenetica. Al seguente link un approfondimento su uno studio effettuato su un campione di 87 donne che hanno assunto Proscar per un certo periodo di tempo con risultati molto positivi.

Ci sono controindicazioni o effetti collaterali nell’usare Proscar?

L’uso del farmaco deve essere raccomandato da un medico previo accertamento delle condizioni cliniche del paziente.

Una prima avvertenza dell’uso di Proscar riguarda l’influenza dei livelli di PSA nel sangue, un antigene specifico comunemente preso come campanello d’allarme per la diagnosi di patologie relative alla prostata.

Proscar non deve essere messo a contatto con donne incinte o in fase di allattamento. Infatti, il principio attivo di finasteride contenuto al suo interno, anche al solo contatto, potrebbe portare a delle malformazioni ai genitali del bambino di sesso maschile.

Inoltre, il farmaco contiene il lattosio, e pertanto lo si sconsiglia a chi è intollerante a questa sostanza.

Le controindicazioni di massima riguardano quei pazienti particolarmente sensibili al principio attivo contenuto nel farmaco oppure a chi soffre di insufficienza epatica.

Gli effetti collaterali del farmaco riguardano in modo principale il campo sessuale, con possibilità di sviluppare disfunzione erettile, diminuzione del volume dell’eiaculato e dolori testicolari.

Oltre a questo, c’è anche la possibilità di osservare cambiamenti dell’umore, come depressione e ansia, ma anche aumento del battito cardiaco.

Nel caso in cui si presenti uno o più effetti collaterali, è importante rivolgersi al proprio medico curante prima di sospendere la cura in autonomia.