C’è un linguaggio silenzioso che il nostro corpo parla ogni giorno, ed è quello dell’intestino. Sempre più persone lamentano disturbi digestivi, intolleranze, gonfiori ricorrenti o stanchezza cronica senza conoscerne la vera origine e spesso il punto di partenza è proprio l’intestino, un organo chiave non solo per la digestione, ma anche per il corretto funzionamento del sistema immunitario e l’equilibrio dell’intero organismo.
E così, negli ultimi anni, si è assistito anche ad un netto aumento delle diagnosi di intolleranze alimentari in tutte le fasce d’età: a soffrirne non sono più solo i bambini piccoli, ma anche adolescenti e adulti, spesso inconsapevoli del legame tra alcuni disturbi cronici e la reazione dell’organismo a determinati alimenti.
I numeri delle statistiche parlano chiaro e le cause sono molteplici e interconnesse, tra cui l’inquinamento ambientale, l’eccessiva igienizzazione, l’alterazione del microbiota intestinale e le abitudini alimentari moderne, basate spesso su cibi processati e ricchi di additivi.
Prendersi cura dell’intestino significa ascoltarlo, capire cosa ci sta dicendo attraverso i segnali che invia ogni giorno è il primo passo verso il benessere.
Quando l’intestino si ribella: segnali da non ignorare
La sindrome dell’intestino irritabile si manifesta con dolori addominali ricorrenti, gonfiore, alternanza di diarrea e stipsi, senso di pienezza e crampi, può compromettere seriamente la qualità della vita, ma che viene spesso sottovalutata.
In molti casi si tratta di un segnale che qualcosa nell’equilibrio intestinale è cambiato.
Il microbiota è estremamente sensibile a ciò che mangiamo, allo stile di vita, all’uso di farmaci e allo stress, quando questo equilibrio si altera, anche la barriera intestinale può diventare più permeabile, permettendo il passaggio di sostanze infiammatorie nel flusso sanguigno, con conseguenze che vanno ben oltre il tratto digerente.
In questi casi, è molto importante affidarsi a professionisti della nutrizione preparati e costantemente aggiornati. Se sei un medico, un biologo nutrizionista o un dietista e vuoi approfondire le connessioni tra alimentazione e salute intestinale: guarda qua, la Scuola di Nutrizione Salernitana offre corsi e seminari avanzati per chi desidera affrontare questi temi con competenza scientifica.
Che cos’è la dieta Low FODMAP? E il diario alimentare?
La dieta Low FODMAP è oggi uno degli strumenti più efficaci a disposizione dei professionisti della nutrizione per aiutare chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e altri disturbi intestinali funzionali.
Si basa sulla riduzione temporanea di specifici zuccheri fermentabili che possono causare gonfiore, crampi e alterazioni dell’alvo. Se seguita sotto la guida di un esperto, permette di identificare i cibi scatenanti e migliorare in modo significativo la qualità della vita del paziente, senza rinunciare a un’alimentazione equilibrata e varia.
Inoltre, tenere un diario aiuta a sviluppare maggiore consapevolezza del proprio corpo e del legame tra mente e intestino. Scrivere ogni giorno ciò che si mangia, come ci si sente e come risponde l’intestino favorisce un ascolto attivo di sé, rendendo più chiaro cosa influenza davvero il proprio benessere.
Durante la prima fase della dieta Low FODMAP, il diario alimentare diventa essenziale per tenere traccia di ciò che viene eliminato e per osservare l’andamento dei sintomi. Poi, nella fase di reintroduzione, è utile per riconoscere quali gruppi di alimenti scatenano reazioni e con quale intensità.
Ogni organismo è diverso e ciò che dà fastidio a uno, può essere tollerato da un altro: avere una mappa dettagliata, costruita giorno per giorno, aiuta a definire un regime alimentare definitivo, su misura e sostenibile nel tempo.
I fermenti lattici: piccoli alleati con un grande ruolo
Quando si parla di salute dell’intestino, non si può ignorare il ruolo dei fermenti lattici, microrganismi che se assunti in quantità adeguata, aiutano a ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale, migliorando la digestione e riducendo l’infiammazione.
Sono particolarmente utili dopo terapie antibiotiche, periodi di forte stress o squilibri alimentari e agiscono in sinergia con una dieta varia e ricca di fibre, contribuendo a rinforzare le difese immunitarie e a ridurre i sintomi di disturbi intestinali ricorrenti.
Non tutti i fermenti, però, sono uguali: esistono ceppi specifici indicati per problemi differenti, e solo un professionista può consigliare il più adatto alle esigenze di ciascuno. Alcuni, ad esempio, favoriscono la regolarità intestinale, altri sono più indicati per contrastare gonfiore e meteorismo, mentre ceppi particolari si dimostrano efficaci nei casi di IBS o infiammazioni intestinali croniche.
Anche la modalità di assunzione conta: spesso è consigliabile prendere i fermenti lattici lontano dai pasti e per cicli di alcune settimane, in modo da permettere ai batteri “buoni” di colonizzare l’intestino e svolgere efficacemente la loro funzione. In certi periodi dell’anno, come i cambi di stagione o durante viaggi e spostamenti, può essere utile integrarli preventivamente per evitare squilibri.
Curare l’intestino significa quindi non solo prevenire disturbi locali, ma anche proteggere la salute generale.
Fonti e Note bibliografiche:
- Sindrome dell’intestino irritabile Unigastro.indd
- La sindrome dell’intestino irritabile.
- Allergie, intolleranze e celiachia: Le 100 domande per saperne di più. A Fiocchi, M Mennini, A Franchini – Allergie, intolleranze e …, 2017 – iris.uniroma1.it
- Tesi etd-01152022-130922
- Prevenzione delle allergie alimentari nella prima infanzia: le raccomandazioni EAACI 2020 R Tesse, E Verduci, S D’Elios, G Ferrante… – Italian Journal of …, 2022 – riaponline.it
- La dieta low-Fodmap oltre la sindrome dell’intestino irritabile
- Tesi etd-07152023-101008
Disclaimer: la salute è un tema serio: non prendere decisioni relative alla salute senza aver consultato un medico. La loro esperienza e conoscenza possono aiutarti a prendere scelte informate e sicure.




