Come iniziare a scrivere

Ci sono molti motivi per abbracciare la scrittura. Il primo e più ovvio è quello di cimentarsi con una disciplina che ci mette in condizione di dare sfogo alla nostra creatività e trasformarla in racconti, poesie, autobiografie o in un avvincente romanzo. In poche parole, di esprimerci e comunicare agli altri ciò che sentiamo dentro.

Osservare le nostre emozioni e dare loro forma è molto importante e fa bene all’equilibrio della nostra mente, come molti studi hanno dimostrato. Molti vorrebbero cimentarsi in questo tipo di attività creativa dai chiari risvolti terapeutici, poi però non cominciano mai. Perché?

I motivi sono diversi. Paura di esprimersi, per esempio: un sentimento paradossalmente più forte nelle persone sensibili e creative. Anche il timore di essere giudicati gioca brutti scherzi a molti tra coloro che vogliono avvicinarsi alla scrittura creativa e narrativa. Ma il freno più imponente resta un altro: uno non sa da dove iniziare. Pertanto, nel dubbio, resta fermo e perde una grande opportunità di esprimersi e conoscersi a fondo. Un gran peccato, no?

Molto probabilmente questo limite ha una sua ragion d’essere molto precisa: non tutti sanno dire con certezza cos’è la scrittura creativa. Talento? Estro? Applicazione di tecniche? Esercizio? Allenamento? Siccome la risposta più corretta è “un mix di tutto questo”, proviamo a capire come superare il terrore del giudizio altrui, della pagina bianca e iniziare a scrivere.

Si può imparare a scrivere? Ecco a chi rivolgersi

Scrivere in modo creativo. È una capacità con cui si nasce? O è un’abilità che si impara? Anche in questo caso, non esiste una risposta univoca. Scrivere è quasi sempre un percorso di analisi personale e rivelazione di parti di noi stessi e del nostro carattere che non conoscevamo fino in fondo. Per questo motivo, per capire se il nostro rapporto con la scrittura è quello di chi deve imparare ad ascoltarsi e a coltivare la propria voce interiore, o quello (non meno interessante) di chi ha bisogno di ripetere a memoria tecniche ed esercizi, la soluzione migliore è sempre la stessa per tutti: scegliere il laboratorio di scrittura creativa che più ci ispira tra quelli disponibili sul mercato. La scelta non manca e nemmeno i professionisti di qualità.

Un laboratorio di scrittura, così come un corso più strutturato o un workshop di uno o due giorni, sono un ottimo modo per rompere il ghiaccio e decidersi una buona volta di cominciare a scrivere. Non è detto che si debba per forza battere ogni record di velocità e pubblicare un libro nel giro di sei mesi. Per carità, c’è chi ce la fa. Ma sono eccezioni. La cosa più importante, tuttavia, è superare la paura di non farcela, buttarsi e vedere dove ci porta la nostra creatività. Potremmo scoprire doti creative che nemmeno pensavamo di avere. Oppure, molto più semplicemente, potremmo lasciarci andare alla bellezza della scrittura e divertirci sperimentando la magia delle parole. In ogni caso si tratterà di un risultato molto importante.

Tre consigli per iniziare a scrivere

Quando si tratta di fare pratica con la scrittura ognuno segue il percorso che più ritiene congeniale. C’è chi si iscrive a un corso e chi invece ingrana la quarta e inizia a buttar giù idee, carta e penna alla mano. C’è chi si dà un metodo perché ha timore di non scrivere con costanza e chi, dal canto suo, si lascia guidare dall’istinto e decide di scrivere solo quando in cuor suo ne sente la necessità.

Ognuno ha il suo percorso, come dicevamo in apertura, e non c’è una scelta giusta e una sbagliata. Ci sono però alcuni consigli importanti, elaboratori consultando i principali blog dedicati alla scrittura creativa. Vediamoli insieme:

Scrivere per se stessi, scrivere per gli altri

La prima grande sfida che tutti gli appassionati di scrittura, prima o poi, si trovano a dover affrontare è capire la gigantesca differenza che intercorre tra lo scrivere per sé e lo scrivere per farsi leggere.

Non è solo una questione di stile, quanto di atteggiamento nei confronti del nostro pubblico potenziale. Nel primo caso, infatti, scrivere per noi stessi può voler dire dare spazio al nostro bisogno di sfogare la creatività, senza per questo preoccuparsi del contenuto delle nostre parole, né dello stile, né del sacrosanto diritto del lettore di essere trattato con rispetto e attenzione.

Viceversa, scrivere per gli altri vuol dire confezionare una storia che, partendo probabilmente dalla stessa urgenza di esprimersi, sappia farsi leggere e incontri i gusti del pubblico. Per questi e altri motivi, scrivere per un ipotetico pubblico vuol dire evitare forme di espressione intimiste, modi di dire che possono risultare oscuri e, soprattutto, mettere in condivisione storie interessanti. Già, interessanti. Le domanda fondamentali sono: “La storia che sto per pubblicare interessa a qualcuno oltre che a me?”, e: La forma che voglio utilizzare è sufficientemente comprensibile?”. Se entrambe le risposte sono affermative, si può ritenere a ragione di essere all’inizio di un progetto di scrittura per gli altri. Altrimenti stiamo lavorando a un diario personale o a qualche altro progetto di scrittura intimista.

Scrivere ogni giorno

Se si vuole fare della scrittura creativa qualcosa più di un hobby o passatempo, non si può pensare di scrivere ogni tanto. Il nostro consiglio è esercitarsi ogni giorno per almeno 20 minuti. Si può iniziare con la scrittura libera: si prende un quaderno e si scrive senza argomento o meta prefissata, senza preoccuparsi del risultato finale. Questa pratica ci aiuterà a coltivare la spontaneità e a riscoprire l’immediatezza della scrittura creativa. Inoltre, anche se può sembrare strano, rileggere ciò che abbiamo scritto a 24-48 ore di distanza ci permetterà di trovare decine di idee creative disseminate in mezzo ai nostri appunti. Singole parole, frasi, concetti o idee per un’ambientazione: tutto materiale prezioso che, se messo a frutto, può metterci agevolmente in condizione di superare il terrore da pagina bianca e scrivere qualcosa di davvero originale.

Portare sempre con sé un taccuino

Il taccuino personale non serve solo a chi ha deciso di imitare Ernest Hemingway. È un utile strumento di lavoro che consente di annotare una buona idea, una riflessione o un particolare che abbiamo notato quando stiamo passeggiando o mentre stiamo attraversando la città in autobus.

Le buone idee, per dirla con parole semplici, ci attraversano e ci colgono in ogni momento, anche decine di volte al giorno. Il problema è che non ce le ricordiamo: la memoria a breve termine trattiene le informazioni per pochi minuti, poi le dimentica. È una strategia che serve a evitare sovraccarichi mentali. Sia come sia, mettere su carta le nostre fugaci impressioni su un fatto, una persona o una situazione è un ottimo modo per fissarle e poi, eventualmente, riprenderle in un secondo momento. Da un avvenimento anche banale possono nascere grandi storie, ma se ce li dimentichiamo, li perdiamo per sempre e queste ottime storie le scriverà qualcun altro.