Frattura scomposta del polso: tempi guarigione

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Cosa comporta la frattura del polso, quali sono i tempi medi per la completa guarigione ed il totale recupero delle funzionalità?

Il polso è composto da otto ossa, collegate a loro volta a due ossa dell’avambraccio: il radio e l’ulna. Anche se il polso rotto può riferirsi ad una qualsiasi di queste ossa, generalmente, quella che si rompe con più facilità è il radio ed il termine medico scientifico che la identifica è frattura radiale distale.

Le fratture possono essere di due tipi: composta o scomposta. Nel primo caso le ossa non si spostano e generalmente possono essere trattate con una stecca oppure un tutore. Le peggiori e più dolorose sono le seconde. In questo caso la frattura consiste nella vera e propria rottura in più pezzi dell’osso ed allo spostamento dei frammenti. In questo articolo ci occuperemo proprio di esaminare più da vicino le fratture scomposte ed i relativi tempi di guarigione prima di tornare alla normale funzionalità dell’arto.

Quando l’osso del polso è rotto il paziente riscontra dolore e gonfiore, in alcuni casi potrebbe anche verificarsi che risulti essere completamente deformato oltre che la quasi impossibilità a muovere le dita.

La cura, in linea di massima, prevede l’utilizzo di un tutore o il gesso che tengano allineate le ossa e sostenga il polso per fornire supporto e sollievo dal dolore iniziale.

I tempi di recupero dipendono da più fattori e non è cosa insolita che richieda diversi mesi prima di riacquistare tutte le funzionalità. Di seguito i principali fattori determinanti:
– la gravità della frattura;
– l’età del paziente;
– la salute generale del paziente;
– l’alimentazione;
– la fisioterapia che si effettua;

In linea di massima si può affermare che i tempi di guarigione di una frattura scomposta in un soggetto giovane ed in salute sono di 2/3 mesi, mentre in una persona anziana sono di 5/6 mesi circa.

Questo tipo di frattura, in futuro, può provocare artrite del giunto, tendinite e la comparsa del tunnel carpale, anche se per quanto riguarda quest’ultimo i casi sono molto rari. Occasionalmente si vede necessario un trattamento aggiuntivo oppure un intervento chirurgico.