Bicchieri da vino, quali scegliere?

bicchieri di vetro

Per chi ama la degustazione vini, di certo non è di poco conto saper scegliere il giusto bicchiere, visto che parte del rito dell’assaporare un ottimo vino, è proprio quello di versarlo nel suo contenitore normale.

Se si pensa che un semplice calice classico possa andar bene… ci si sbaglia! Per ogni tipologia di vino ci sono diversi bicchieri e non tutti sono adatti a tutti i vini.

La forma che esalta i sapori

Ad ogni vino corrisponde un bicchiere, la cui forma o design come ormai si dice, andrà ad esaltarne la fase di assaggio. In base al tipo di vino e alle caratteristiche dell’ambiente come temperatura e ossigenazione, si deve pensare anche al design che le possa accompagnare. In diverse occasioni, che sia una serata in enoteca, un corso degustazione vino Milano, oppure una cena di assaggio vini tra amici, mai e poi mai si dovrà esibire un bicchiere da osteria quando serve un calice in cristallo!

E non è solo questione di formalità, dato che le differenze tra bicchieri da vino, calici e coppe si trasformano in differenze di gusto.

Per scegliere i bicchieri da vino giusti e, quindi, apprezzare un ottimo vino, è necessario valutare il vino che vi sarà ospitato.

Si deve pensare alle principali peculiarità:

  • struttura del vino
  • grado di invecchiamento
  • profumi che sprigiona
  • presenza di maggiori o minori tannini
  • tipologia vinicola

Prendendo in considerazione le caratteristiche del vino, si possono scegliere i corrispondenti bicchieri o calici, che consentano di assaporarne al meglio aroma, gusto, colore e limpidezza.

È fondamentale valutare la capienza del bicchiere, dato che sarà necessario lasciare parte del calice libera per l’ossigenazione, in modo che si sprigionino i profumi. Per questo motivo, alcuni calici da vino sono larghi alla base, definiti “panciuti”, proprio per facilitare la rotazione del bicchiere tra le mani e la sua conseguente ossigenazione.

In tal modo gli aromi del vino saliranno verso l’alto, sprigionandosi ma senza dispersioni, anzi incanalandosi nella parte alta del calice.

A proposito dei colori, invece, spesso sono poco graditi da chi ama il vino, preferendo calici di cristallo incolore, che possa subito rivelare il contenuto del bicchiere. 

Proporzioni funzionali alla degustazione vino

Come abbiamo visto, il calice largo è ottimale per i vini che necessitano di sprigionare il proprio profumo, come i vini rossi, sia i rossi giovani sia i vini invecchiati e complessi nella struttura e negli aromi.

Per i vini liquorosi, invece, sono preferibili dei bicchieri da vino piccoli, già ristretti alla base e non panciuti – conservano al meglio l’aroma e tengono le quantità perfette di questi vini da assaggio. Un esempio dei vini liquorosi come il Porto oppure il Marsala, devono essere gustati in modo che il profumo arrivi concentrato alle narici; i vini passiti, invece, saranno perfetti in bicchieri meno allungati, in modo che il vino arrivi subito alla parte posteriore del palato, rendendoli non troppo dolci.

Per quelli più acidi, come il Pinot Nero, i bicchieri da vino dovranno essere selezionati tra quelli che tendono ad aprirsi, svasati, per incanalare il vino sulla punta della lingua, dove l’elemento di acidità viene apprezzato.

Il calice da vino, il classico per il vino classico

Vini rossi e bianchi classici, esigono sempre i calici da vino dotati di un piede di appoggio ampio e uno stelo con cui tenerlo, per non riscaldarlo. La parte contenitore, il bevante, presenta delle forme variabili, a seconda dei vini.

Vini bianchi – quelli freschi e giovani non invecchiati, andranno degustati in un bicchiere da vino a tulipano, non troppo largo alla base. L’aroma andrà verso le narici, per sollecitarle con profumi fruttati, mentre al palato arriverà in fretta il sapore zuccherino dei vini bianchi freschi.

Vini bianchi – quelli maturi e corposi vogliono un calice con la base più ampia e maggiore apertura, in modo da favorire la percezione dei profumi complessi dei vini maturi. La forma è funzionale anche alla direzione del vino nelle parti laterali del palato, che torna poi in punta di lingua per un assaggio avvolgente e totale.

Vini rosati – necessitano di un calice più basso, ristretto alla punta ma largo alla base per esaltare l’ossigenazione e gli aromi verso l’alto, nei rosati più maturi in particolare.

Vini rossi – quelli corposi e maturi vorranno un bicchiere con larghezza maggiore del solito e apertura più stretta possibile, il già citato calice “panciuto”, in modo da favorire la concentrazione dei profumi, maturati nel tempo. Inoltre, la forma ampia agevola i tannini morbidi dei vini affinati in bottiglia.

I bicchieri per spumanti e Champagne

Ed ecco al tema di chi ama maggiormente assaggiare vini durante feste, eventi, occasioni da brindisi. Spesso si servono spumanti secchi che devono essere versati nella flûte, bicchiere dalla forma allungata, gambo sottile e massima trasparenza, per apprezzarne le bollicine, ovvero il pérlage dello spumante.

Chi non ama gli effetti frizzanti, può benissimo utilizzare un bicchiere calice a tulipano, meno estremo e spesso adoperato per i vini bianchi.

Per gli spumanti dolci, molto aromatici, addirittura si può utilizzare la coppa, celebre quella dello Champagne, ottima anche per diversi spumanti italiani. Le aperture sono più ampie, per esaltare l’aroma di questi vini.

I vini che sono stati sottoposti a spumantizzazione con il metodo Charmat, sono preferibilmente da degustare nella mezza- flûte, in modo che la forma meno lunga della flûte, dal diametro molto stretto del calice potrà sviluppare al meglio grandi bollicine, che derivano da un procedimento meno raffinato.

Per ogni occasione, c’è da scegliere il giusto bicchiere e… brindare al buongusto!